Monza, arancia meccanica alla festa. Niccolò massacrato a calci in faccia: “Nei hai prese abbastanza?”

Monza – Ha ancora le orecchie violacee, il volto tumefatto, il segno di una scarpata impresso su una guancia e la voce scossa. Quella festa di Halloween non la scorderà tanto facilmente Niccolò, 26 anni, “il cognome meglio non scriverlo, non so cosa potrebbe accadere se qualcuno di quelli potesse riconoscermi”. Una storia da Arancia Meccanica. Niccolò era andato a una festa organizzata in un locale molto trendy dietro la Facoltà di Medicina al polo distaccato dell’università Bicocca all’ospedale San Gerardo, fra Monza e Vedano al Lambro.
Un mucchio di giovani, “circa 300 ragazzi fra interno ed esterno del locale”. Tutti a ballare, tutti mascherati. “Io indossavo una maschera con delle corna da cervo – racconta – e tutto andava bene”. All’1.30 del mattino, l’inimmaginabile, iniziato apparentemente come uno scherzo. “Mi si sono avvicinati tre ragazzi che non conoscevo né avevo mai visto prima e uno mi ha strappato di testa le corna. Mi sono voltato stupito e ho cercato di riprendermele”. Non l’avesse mai fatto. Senza alcuna ragione apparente, la situazione si è trasformata in un incubo.
Il branco“Quel ragazzo ha risposto sferrandomi un pugno all’altezza dell’orecchio sinistro. “Cosa fai?“ gli ho chiesto stupito”. E allora si sono uniti tutti e tre insieme, lo hanno strattonato, preso a pugni e lo hanno gettato a terra. E mentre Niccolò era sul pavimento, hanno continuato a picchiarlo, a calci. Nel locale nessuno sembra accorgersi di quanto sta accadendo, musica e alcol evidentemente aumentano la confusione. Due ragazze lo aiutano a rialzarsi, ma non è ancora finita. I tre aggressori non hanno alcuna intenzione di smettere e spingono la vittima contro una parete dove riprendono a colpirla a pugni e calci. “Colpivano soprattutto alla testa, colpivano per far male”. Fino a quando per fortuna un altro cliente e un barista intervengono e aiutano Niccolò a uscire dal locale e a mettersi al riparo. Invece che darsela a gambe, i tre aggressori si avvicinano di nuovo e cominciando a sbeffeggiarlo.
“Ne hai prese abbastanza?” chiede uno e accompagna le parole con un ceffone. Poi, i tre si volatilizzano. Alla vittima non resta altro che chiedere aiuto. Chiamata al 112, ambulanza, ospedale, dove sarà medicato. Nulla di rotto per fortuna, ma ne uscirà dopo ore con una prognosi di 14 giorni per contusioni varie. Escono anche i carabinieri a raccogliere la deposizione.
La denunciaGli dicono di fare denuncia alla Stazione del comune di residenza, nell’hinterland milanese. “Sono riuscito anche a esibire alcune foto degli aggressori. Mi auguro che le indagini vadano avanti, non è impossibile risalire a loro: felpa bianca e pantaloni scuri, alti all’incirca un metro e 80, italiani. Fra l’altro erano gli unici non mascherati alla festa: vorrei fosse fatta giustizia e che quanto mi è capitato non fosse dimenticato. Ho rischiato grosso e potrebbe capitare anche a qualcun altro”.
Il Giorno




